I segreti delle fate di Barma d'Aout
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- Scritto da Giorgio
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L'accoglienza che offre Barma d'Aout viene da lontano, fin dal territorio dove mito e storia si incontrano.
Prima che in questi anfratti, ben visibili da chi risale il Vallone di Subiasco avvicinandosi agli alpeggi di Barma d'Aout, trovasse rifugio quel gruppo indomito di valdesi, ricordati appunto nella memoria e nella tradizione storica come gli Invincibili, un gruppo di fate li aveva già eletti a sua residenza.
...Erano fate che esercitavano la pastorizia, molto gentili e pulite.
La corta gonna scura e la camicetta bianca dava ai loro corpi minuscoli e fini un'apparenza rustica e fresca.
Avevano greggi che loro stesse conducevano al pascolo e all'abbeveratoio.Erano attive e industriose, contente della vita e fiduciose nella bontà degli uomini.
Volevano bene ai valligiani.
Il dono più grande che esse fecero a questi valligiani fu quello di insegnare loro come produrre burro, formaggi e latticini.Costoro avrebbero potuto inoltre apprendere un altro grande segreto, come ottenere cioè il miele e la cera dal siero del latte.
Ma uno di loro, per vendicarsi di una fata che aveva rifiutato il suo amore, una volta che venne ospitato nella loro abitazione, rubò i preziosi utensili d'oro e d'argento usati da queste creature, e il così segreto non venne mai più rivelato
primavera '97, leggenda raccolta ai Meynet
Poco distante dal costone roccioso sul cui fronte si aprono queste grotte, che fino in tempi recenti hanno svolto la funzione di ricovero sicuro, mettendo al riparo in alcune occasioni più di duecento ovini e caprini, si erge a occidente in basso il Pergou dar Mariou (pergamo del matrimonio) un monolito di riferimento per celebrazioni di riti di matrimonio e di procreazione e fertilità, almeno stando all'interpretazione più condivisa.