«LA BEIDANA» Il nome viene dal “patois” della Val Pellice dove servì come arma e come attrezzo al combattente valdese che era, in sostanza, un guerrigliero di montagna e che come tale operò prima contro e poi per i Savoia dopo la riappacificazione del 1689.
Come attrezzo in origine era un mannaretto, parente della roncola, ma senza becco e con la tipica impugnatura dotata di gancio per il trasporto e per migliorare la presa.
Questa con la lama di cm.64 circa ha il tipico foro a cuore verso la punta tronca ed il ricciolo a voluta.
Vicino al manico nella parte stretta della lama si osserva il rompi-lame, una specie di gancio dove veniva fatta scorrere la lama dell'avversario per poi storcere e disarmare o/e rompere la lama avversaria